Report-fiction #1

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rione monti

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(Google street view. Roma, rione Monti. 26 luglio 2012)

Quattro turisti siedono ai tavolini di un bar, al riparo dal sole, sotto gli ombrelloni aperti. Non si conoscono tra loro, se non tra membri della stessa coppia. Ma sono ugualmente stanchi, e provano un gran sollievo da quella sosta, la prolungano più del necessario.

Uno dei due uomini, un anziano con baffi e capelli bianchi semicoperti da un cappellino da baseball giallo, ha davanti un boccale di birra già bevuto per un terzo. La donna gli parla puntando il dito su una mappa, fissata sopra al tavolo da un calice di vino rosso.

L’uomo l’ascolta attentamente. Ha appena notato che sua moglie ha i capelli molto più rossi del solito, una maglietta a righe blu e bianche orizzontali, con maniche a tre quarti, che il cinturino dell’orologio le cinge il polso sinistro, quello della mano che indica la mappa, in modo molto grazioso.

Lei, che ha cinque anni di meno, fa di tutto per rendere gradevole la vacanza al marito, sa che gli resta poco tempo, che il cancro che gli aveva dato tregua ha ripreso a corrodere il suo corpo in modo inarrestabile. Beve un po’ più birra del solito, ma glielo lascia fare. D’altra parte lei stessa ha fatto scorta di Brunello di Montalcino. Ne ha una valigia intera da riportare a casa nello Yorkshire.

La donna dell’altra coppia sfrutta in tutta la sua lunghezza il profilo curvilineo della seduta in plastica. È sempre stata alta e qui in Italia sente di esserlo ancora più del solito. Tutto le sembra inadeguato alle aspettative. Il cibo meno buono, il clima meno piacevole. Perfino il Colosseo ha un’aria amorfa. Farebbero meglio a tirarlo giù e sostituirgli un parcheggio multipiano. È nervosa, e sfoglia avidamente una rivista di gossip. Non vede l’ora di ritornare a casa, al suo paesello sperduto sulle Ardenne.

Il marito non le parla dall’inizio del viaggio. Lei aveva promesso di mettere in valigia solo abiti comodi, e adesso indossa minigonne o pantaloni troppo stretti o troppo ampi e goffi, inadatti alle lunghe passeggiate. Sotto il sole usa stivali caldissimi, nella pioggia minuscole ballerine scivolose sui sampietrini bagnati. Non le sta bene niente. Gli pare che stia sabotando deliberatamente l’unico rimasuglio di tempo libero dal lavoro. Roma gli piace molto, ma con lei non riesce proprio a godersela. Cerca tramite il cellulare una camera in affitto, in cui trasferirsi negli ultimi giorni di vacanza, dopo che questa sera avrà messo le cose in chiaro e rispedito indietro la consorte.

Il cameriere ha scambiato i due conti, la coppia dello Yorkshire ha avuto un notevole vantaggio e preferisce alzarsi e sparire tra la folla alla chetichella. I belgi pensano a una trovata furba del ristoratore e fanno chiamare i vigili. Ne segue una lite e una causa, per seguire la quale l’uomo è costretto a intervalli, durante l’inverno, a recarsi nuovamente  a Roma.

Durante la primavera inziano le procedure di separazione. Lei terrà il cane e la casa, lui i titoli azionari e la tutela del figlio quasi maggiorenne.

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8 Risposte to “Report-fiction #1”

  1. Barney Panofsky Says:

    Ganzo, un finto voyerismo digitale notevole e creativo 🙂

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  2. Rocco R. Says:

    Al prossimo racconto vogliamo ventenni stesi sul marciapiede e gatti raggomitolati in scatole di scarpe. 🙂

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  3. ubik Says:

    E pensare che abitavo da quelle parti… rione fantastico, almeno lo ricordo così. Ma la foto l’hai fatta tu? Nel caso dovresti ripetere l’esperimento: fotografare come Harvey Keitel in Smoke e raccontare storie. Adoro la tua scrittura e t’invidio da morirer, anche se i racconti pruderìe m’inquietano lo stomaco 🙂

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