Stavolta tocca al tatto.
Illustrazione di Davide Lorenzon
Con mio fratello ci prendevamo a schiaffi e a pugni. Io sono un’impulsiva e lui ci impiegava una vita a prendere una decisione. Per questo, almeno quanto all’ordinario, voleva avere tutto sotto controllo, studiato e organizzato. Quando ripenso all’ultima volta che è uscito di casa senza più tornare, mi prende uno scoramento… No, devo ripetermi ogni volta, non sono stata io a spingerlo. Quel giorno, andando a scuola, sono rientrata in casa tre volte a recuperare vocabolario, occhiali e gomme mentre lui, col sorriso sarcastico del suo sentirsi migliore, dall’ingresso si avvicinava al portoncino per tappe prefissate: la mano destra a raccogliere cappello, zaino, ombrello (non sia mai fosse piovuto) già messi sul percorso dalla sera prima e, con la sinistra, le ultime tastate sulle tasche, interne e esterne al cappotto, per controllare che ci fossero le chiavi. Gli ho dato una pacca e l’ho sbattuto…
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15 marzo 2019 alle 17:35 |
adesso è il turno del tatto uno dei sensi che danno maggiori sensazioni.
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15 marzo 2019 alle 17:55 |
Almeno in termini quantitativi, considerato che l’organo associato, la pelle, è il più esteso del corpo umano.
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15 marzo 2019 alle 17:58 |
ma anche qualitativi. Il tatto trasmette delle sensazioni che gli altri organi, forse si avvicina l’occhio, non trasmetteranno mai.
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15 marzo 2019 alle 18:07 |
Qui alzo le mani (ah ah), perché la questione si fa estremamente soggettiva.
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15 marzo 2019 alle 20:26
è vero!
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