Il senso del Ka per i sé. Settimo e ultimo senso rinato a seconda vita grazie a Trattodunione, che ringrazio ancora.
Illustrazione di Davide Lorenzon
Guarda quest’uomo. Osserva bene come occupa lo spazio, come gesticola, con quale piglio prende le sue decisioni. Parlata fluente, mobili antichi, codici di tutti i tempi citati a menadito, mignottaggine, soldi, tanti soldi. Il padre appartiene alla Kasta, come suo padre, il figlio ne segue le orme e guai a chi interrompe la catena. Si narra di un lontano avo che desiderò e ottenne di diventare artista. Pessima scelta: morì solo, senza affetti e squattrinato. Dopo di lui, la discendenza non ha più sbagliato. Ed è così che i membri della Kasta hanno sviluppato il senso dell’altro Sé, un livello di coscienza che però resta nell’ombra, che crea stridori, insofferenze, e loro malgrado mettono sull’altro piatto della bilancia la voglia di seguire fino alle estreme conseguenze le proprie inclinazioni. L’antifelicità del Ka promette una felicità irreale, per questo tanto ambita. Siamo sinceri, chi di noi non…
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4 aprile 2019 alle 10:27 |
Cara, grazie a te per la tua generosità! A presto 🙂
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4 aprile 2019 alle 12:35 |
A presto!
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4 aprile 2019 alle 20:59 |
un settimo senso, quello della Kasta che non morirà mai.
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