di Francesca Perinelli
Stai calma perché non serve a niente se ti agiti. Le sabbie sono molli e sulle sponde verdi si aggira il coccodrillo, ma ancora non ti nota. Logica batte pathos, lei detta legge e questa è una fortuna. Lo hai capito lì, dove ti trovi. Nella scelta tra panico e coerenza. Guardati attorno, siete davvero tanti, forse tutti; siete distribuiti, tutti connessi insieme, ma sta’ attenta, che gap di eoni tolgono l’uno all’altra e quindi all’altra l’una, divisa poi dall’altro, distante da quell’una, lontana, lontanissima dall’altra, che eoni isolano pure da sé stessa. Nella foresta muta regnano solo i sospiri, la tentazione è quella di dibattersi. Non farlo. Il pozzo in cui ti sei ficcata non ti odia, né sono tuoi nemici l’una o l’altro. Non può esserci odio, se è il richiamo di amore che hai seguito. Hai scelto di restare a mezzobusto, avevi alternative e non le hai prese e ora resta ferma. Fermati e resta immobile, non prendere un respiro. Attendi finché non vedrai più chiaro, attendi la veggenza che l’ipossia regala ai moribondi. Intanto sei serena, è una constatazione, perché ne sei già fuori, sei già lontana e alta e voli e compatisci chi pensa vero quel sistema minimo: la pozzanghera al sole che presto sparirà, e la smilza lucertola che non è un coccodrillo. Scappa pure da ridere perché manca l’ossigeno, tendi la mano a loro, che ora ami perché te ne distacchi, così tanto lontani, così incoscienti e puri. E lì realizzi che non hai fatto parte della giungla se non nel tempo di una festa in maschera, la festa mobile del tuo più lungo addio.
Tag: Blog, festa mobile, melma, Quadrilogia, Respiro, V-CRT
12 settembre 2019 alle 17:47 |
ottimo post. Buon pomeriggio
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12 settembre 2019 alle 21:01 |
Grazie, buona serata a te 😊
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