Sapore è potere.
Illustrazione di Davide Lorenzon
Le punizioni non mi sono mai piaciute, figurati una somma. A letto presto e senza cena, solo per un capriccio. Appena sono rimasta sola, ho aperto la finestra e sono uscita. Qui dietro scorre il fiume e, se volessi, ti farei rimpiangere tutti i bocconi amari che mi fai ingoiare al posto di ogni pasto. Ma non voglio. Non è la prima volta, l’ho imparato da tanti anni ormai. Tu mi costringi a meditare, avere le visioni mistiche per fame? Io ti raggiro. Le mie visioni mistiche me le procuro leccandomi le dita di nascosto. Succo dolcissimo, di solida estrazione naturale. Potrei ficcare il dito dentro al favo, fottere il fuco e la sua insulsa guardia. Dipinta a strisce, distrarlo con mossette e con moine, e poi farti cucù dalla finestra col viso tutto sporco di miele. Ma non voglio. Anche stasera vago mentre assaporo quanti…
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7 marzo 2019 alle 10:07 |
Ma anche “sapere è potere”: usato intransitivamente, “sapere” vale “aver sapore” 😉
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7 marzo 2019 alle 10:50 |
Altroché!
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8 marzo 2019 alle 21:56 |
a letto senza cena… era la classica punizione della nostra gioventù ma il gusto non si può beffare. Quello resta e vuole la sua parte.
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