Per gli altri

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Le domande fondamentali

Credo di non essermi mai fatta, spontaneamente, domande sul senso della vita. Sul senso della sofferenza, su quello degli imperscrutabili rovesciamenti del destino e dei comportamenti incongrui delle persone, sì. Ogni volta che se ne è presentato il caso. Ma chiedermi i perché fondamentali mi è sempre sembrato più che altro un esercizio di stile. Il senso dello stare al mondo, io singolo essere e la specie umana nel complesso, quello delle leggi fisiche che regolano magnificamente l’universo conosciuto, perché e se siano originate dall’atto volontario di un essere supremo piuttosto che da un puro caso, per il quale io e altri miliardi di esseri dobbiamo ringraziare la grandissima fortuna di trovarci esattamente all’incrocio delle coincidenze mentre si verificano, tutte queste domande che trovo così affascinanti, e per le quali ho sudato con piacere sui banchi di filosofia ai tempi del liceo, posso dirlo? Le trovo tanto enormi da sembrarmi ombrelli che riparano dalla preoccupante pioggia di verità alternative, ombrelli tanto alti sopra la testa da impedirmi di considerarli una minaccia. Fosse dipeso da dubbi come questi, avrei sempre dormito benissimo. Non posso fare nulla se non andare avanti.

Quanto ai casi contingenti, quelli che mi rovinano il gusto della passeggiata sulle strade del mondo e che, sì, maledizione, tolgono il riposo, la soluzione dev’essere alla mia portata e vado a stanarla ovunque si nasconda, l’afferro, la inchiodo alle sue responsabilità e non la perdo di vista finché non ha fatto fino in fondo il suo dovere. A meno che non riguardino gli altri, settori in cui non mi è consentito intervenire senza specifica delega ma dove in ogni caso, spesso manco di competenza.

Ah, gli altri.

Gli altri hanno nome, cognome e, soprattutto, un volto. E, quando li conosco, quando ci tengo a loro, hanno delle responsabilità nei miei confronti.

Ehi, tu.

Siamo diversi ma sono come te. Non ti piace che ti venga detto cosa fare? Neanche a me, lo giuro. Ma mi devi un favore: abbi cura di te. Non rovinarmi il sonno.

 

 

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6 Risposte to “Per gli altri”

  1. tramedipensieri Says:

    RieccoTi! 😍

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  2. Lucia Senatore Says:

    Alle grandi domande non vi può essere una risposta immediata, ma potrebbe esserci una strada che porti a quella risposta. Agire tutti i giorni secondo coscienza, senza secondi fini, e fare a pieno quello che ci compete ed è “nostro” è la strada per riuscire a conoscere prima sé stessi e poi (magari) gli altri e il resto del mondo.

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    • frperinelli Says:

      Il punto di partenza di questo breve post sta nel fatto che non mi sono mai sentita incalzare dal bisogno di trovare risposte alle cosiddette grandi domande. Non credo che, andando per ipotesi o per fedi, si possano risolvere enigmi tanto complessi. Qualcosa, con il tempo, forse potrà la scienza, e temo che non vivrò abbastanza a lungo per saperlo. Quindi mi “limito” a percorrere al meglio proprio la “strada” che hai illuminato con il tuo commento, per nulla scontato e del quale ti ringrazio.

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  3. newwhitebear Says:

    riflessione filosofica sulla vita con morlae finale: va bene tutto o quasi ma ognuno deve stare al proprio posto.

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  4. frperinelli Says:

    Mi permetto di indirizzare meglio l’interpretazione. In questo periodo mi viene spontaneo rifarmi alla fratellanza leopardiana, se hai presente, quel concetto per il quale la compassione può salvare il mondo. Ecco, la mia salvezza è nella pace dell’anima, che può essere scalfita solo dalle preoccupazioni per chiunque sia per me importante. Che prego di curarsi del mio pensiero mentre fa quel che gli pare (ci mancherebbe) di cui non verrò mai a sapere nulla.

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