La Botte di Diogene - blog filosofico
“Un tempo spezzavamo loro le reni, oggi le braccia”, così Radio Popolare di Milano stamattina, a ricordarci che c’è un passato coloniale rimosso in tutto quello che sta succedendo: gli sgomberati del palazzo di via Curtatone di Roma sono infatti etiopi ed eritrei, discendenti di quelli che un tempo gasavamo e schiavizzavamo. E non è certo bastata la carezza da “italiani brava gente” a edulcorare la nuda e cruda realtà: la testa calva di Minniti ricorda troppo quella del mascellone che sognava l’impero africano. E gli ordini che la polizia riceve sembrano ormai i tweet di Salvini – “Forza ragazzi: sgomberi, ordine, pulizia ed espulsioni, gli italiani sono con voi”. Io no, non sono con voi. Mi dissocio da questa volgare rievocazione degli anni ’30, dal clima da Manifesto della razza e da caccia ai poveri.
E se gli altri poveri e fragili, quelli con in testa lo slogan “prima…
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25 agosto 2017 alle 12:08 |
Una vergogna verso chiunque sia fatto simil gesto
Che poi gli eritrei hanno una storia antica di persecuzioni se non sbaglio furono i primi rifugiati politici, non migranti come li chiamano.
Dopo di che concesso loro asilo politico non gli hanno consegnato alloggio…
Non basta l’accoglienza, non è sufficiente l’asilo politico senza gesti doverosi e umani.
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25 agosto 2017 alle 12:11 |
Certo, Marta, volentieri. Tra poco scrivo anche la mia. Bisogna reagire in maniera costruttiva, mi sono stufata di borbottare e sentire borbottii. Questo è il nostro presente e sarà sempre di più il nostro futuro.
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