Dico una banalità in gran voga e non me ne vergogno. Innanzitutto perché l’ho pensata per prima (venite a confutarmi) e poi perché ben venga l’era di un sentire comune di buon senso.
Dichiaro quindi che il virus che sta bloccando il paese, che lo precipita nel disdoro internazionale, che chiude i confini, che blocca i flussi turistici e la macchina dello spettacolo, che ci affama e isola nelle quarantene, questa orrenda valanga generata da uno starnuto e le sue più imprevedibili conseguenze ci fa un regalo grande: l’opzione di ripensare la nostra collocazione, postura e onestà di pensiero in rapporto alle altre nazioni, alle altre persone, e infine anche a noi stessi. Un bagno di umiltà è meglio di acqua e sapone ed è superiore a ogni disinfettante. L’umiltà smacchia la supponenza e, tolti da sotto i sederi inflacciditi gli allori ormai marci e consunti, può renderci più consapevoli e responsabilizzati, pronti a metterci in gioco e ripartire.
Il nostro è un Paese grande, vediamo di tornarne degni.
E ora, una pillola di vacuità metropolitana.
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Tag: corna, Crisi, isolamento, Metropolitana, quarantena, umiltà, virus, vuoto
29 febbraio 2020 alle 15:18 |
il buon senso? Mi pare, ma vorrei sbagliarmi, che l’hanno preso in prestito per restituirlo non appena il virus batte in ritirata.
Con i personaggi che stanno seduti nel parlamento – dico tutti, nessuno escluso – non ci meritiamo altro.
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