(Ci riprovo, è colpa della stagione)
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Uno sguardo su novembre
.
Quando finirà questo mese
smetterò di girare
finirò di sbucciare le aiuole
con il piede
nervoso
che strapazza quei fiori tardivi
come fossero loro
i cattivi
mentre invece un cattivo non c’è
neanche un brutto
o un buono,
però.
Uno sconto,
che so.
Una cosa qualsiasi che mi tolga
l’abitudine a chiedere
a credere
a premere.
A sentire mancanza di me.
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Quando finirà questo mese
non avrò altre pretese
altre scuse
sarò pronta a tirare su il telo
rimboccare il lenzuolo
appoggiare la testa al cuscino
e aspettare
di sentire il ritorno di me
che apre lenta la porta di casa
si avvicina, mi bacia la fronte
e mi dice
non andartene più
via da me.
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E tutto sarà soltanto
Dicembre.
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15 novembre 2012 alle 13:43 |
sì, ritorna in te… e dicembre è il mese ideale
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15 novembre 2012 alle 13:46 |
Ah, meno male! Grazie
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16 novembre 2012 alle 09:49 |
Il titolo giusto potrebbe essere: “Quando finirà…”. Le prime otto righe esprimono delicata insofferenza, dolce inquitudine. Piacevoli.
Le successive undici sarebbero da tagliare.
Con “Quando finirà questo mese non avrò altre pretese…” e fino “ad aspettar di sentire il ritorno di me”, finalmente, prende corpo l’attesa che consuma le vie di un pensiero ossessivo. Molto bene.
Qualche correzione andrebbe fatta dopo. Le ultime due righe, da tagliare. Lavora ancora. C’è molta energia da controllare.
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16 novembre 2012 alle 12:25 |
Tu dici? A me suona una composizione che scivola via con dolcezza.
Insomma, mi piace così (finale compreso). Ma i gusti sono gusti, per carità.
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