di Francesca Perinelli
Da dove vengo io a volte non succede niente di diverso dal solito per mesi. Niente da commentare finché dei fatti non vengono stanati e si costringe il fuori dalla norma a fare nomi e cognomi, a rompere il tranquillo anonimato. Da dove vengo io chi ostenta lo fa per creare Leggenda. Non è cosa da tutti, l’ostentare. Si fa con quello che si ha, senza amplificatori, e spesso rende appena un solitario orgoglio misto a vergogna. Da dove vengo io per spendere si fa fatica e si sta molto attenti. Nulla è veloce, nemmeno le automobili, che puzzano sì è vero, ma si rompono poco e, come il resto, sono aggiustate finché avranno vita. Quando esci di casa, scompari da ogni radar. La musica la generano punte che scavano a sfinimento sempre gli stessi solchi. E i ricordi si fissano ai millimetri grazie a diari nascosti nei quali ci specchiamo come siamo e, bruttini a piacimento, spremiamo i nostri brufoli.
Qui tra di voi farsi coinvolgere dal zampillìo incessante di novità è un obbligo, commentarle è dovuto, condividerle in outfit mai banali, in diari aperti al pubblico, gridando molto forte, è giusto. Appena faticoso. Ma qui mi piace e-leggere e avere accesso ovunque e sempre a tutti e a ogni cosa. Niente di intenzionale, ma qui capita di esaltare anche il passato, il posto da cui vengo. Come accade alla norma dei giorni di noia infantili, di cui non so più dare la reale consistenza. L’ho rimossa, e sostituita con il vanto di un privilegio che mi ha resa più forte. Me fortunata. Me felice in lacrime, in assenza, in incertezza, in vuote eco di monologhi tessuti tra pareti bianche.
25 aprile 2019 alle 20:38 |
l’elogio del blog. Il tempo è passato ma il blog resta.
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