di Francesca Perinelli
Amiamo la luce. La luce, e tanto, da essere certi che l’ameremmo anche da ciechi. Mettiamo il naso fuori nello splendore del mattino, e respiriamo. La luce permette all’erba di raddrizzare gli steli, ai fiori di scrollarsi di dosso la notte e spargere i pollini odorosi, alla brezza di sollevarsi dal suolo e scompigliare l’aria attorno come farebbe la mano coi capelli dell’amato, agli occhi di commettere sorrisi involontari, all’abbraccio tiepido del mondo di prenderci alle spalle. E non solo. Amiamo la luce per il buonumore, è l’humor il suo humus e noi, come radici, traiamo linfa dal terreno arato dalle sue lunghezze d’onda. È facile germogliare nella luce, allacciare discorsi di qualsivoglia natura, poiché alla luce ciascuno è sé davvero, e non il suo meme rimediato. La luce ci sfinisce, ma noi ci consumiamo volentieri, camminando fino in fondo alle giornate estive dell’emisfero nord del nostro personale globo. La luce ci assicura l’aderenza ai ritmi circadiani e, quando serve, ci accendiamo di luce artificiale invece di drogare la veglia con le medicine. C’è luce in fondo ai tunnel, e questo infonde coraggio. La luce ha molti spettri, nessuno ci spaventa, il prisma li scompone in raggi colorati. Ogni cosa è illuminata, dobbiamo concordare: gettando luce sul passato viviamo meglio il presente, col suo aiuto ricompare ciò che si era perso, accendiamo i riflettori sui fatti e li riconosciamo nella loro cruda evidenza. La luce disinfetta, innesca, rinnova. La luce è velocissima, non perde mai il suo tempo e, in un lampo, non nega il buio e le tante turbe annesse: lo annienta, lo sovraespone, e non esiste più.
Tag: Blog, Luce, Piacere, Quadrilogia, V-CRT
16 Maggio 2019 alle 21:23 |
il buio è la morte, la luce è la vita.
Tutto ha necessità della luce per vivere.
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