
a chi non piacerebbe una caduta senza conseguenze da un pero grande e pieno di cascami a cui rassomigliare solo per la figura ma mantenendo dentro intatti i semi che un giorno o l’altro non si sa mai il terreno potrebbe accogliere e far germogliare di modo che trascorso qualche mese di morte apparente – perché la gente li penserebbe belli e perduti ma senza che s’innamori perdutamente – hoplà! nemmeno in una tempistica indecente rispunterebbero come germogli di un pero in nuce – risarcimento o anche resurrezione del frutto arreso prematuramente a una stagione tarda a venire quanto turbata dai ripetuti colpi di calore – sorgenti sì di grande eccitazione ma molto spesso in grado di indebolire anche la più robusta delle costituzioni – cosa che parzialmente almeno può spiegare il clima in atto adesso proprio nel mentre in cui si scrivono queste poche righe quando la situazione è spinta a un punto tale da provocare a frotte le cadute di gravi ma anche – scappa da dire solo meno male – lo spopolarsi dei rami oggi fin troppo carichi dei peri?
Tag: cadute, Consapevolezza, dimensioni, gravità, peri, Racconti, Racconto
24 ottobre 2022 alle 12:46 |
Sempre tagliente, ma con quel sole che dice la vita ..
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24 ottobre 2022 alle 13:37 |
caro Vito, senza sole non c’è raccolto
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24 ottobre 2022 alle 21:44 |
cadere dal pero senza farsi male… che spettacolo.
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