una volta in mano alla vita cambiano e non sono più
più tardi vi aggiorno
ora sono in ospedale a parlare con voi di questa situazione
situazione di salute di mio padre non.
dorme sempre
dorme sempre, mio padre. con gli occhi ancora freschi ci vuole poco a ripetere le lacrime e a baciare, ma non come alla guida verso l’ospedale. anche le parole, che non registra, sono diverse da quelle rimaste giù al parcheggio una volta staccate le mani dal volante. non fanno male, sono efficaci, si possono recapitare.
la sua mano è calda, respira dietro la maschera dell’ossigeno, lo posso abbracciare. negli anni ha ripetuto: “sono qui se hai bisogno”. è un uomo sincero.
ha una coperta gialla, la mia poltrona è gialla, la copertina del libro che ho portato è gialla. a casa l’agenda ricevuta in regalo ieri dal libraio è gialla.
dice che le cose non avvengono per caso. chi c’è qui a spiegare cosa significa tutto questo giallo, allora?
in questi giorni dipingo molto rosso, me e lui – quello che dice.
vesto di blu. una santa? almeno una brava ragazza?
è appena passato il prete, mi sa che non se l’è bevuto, il blu. pollice in su – che social questo prete -, e poi ha girato i tacchi, senza nemmeno accennare a una benedizione.






