di Francesca Perinelli
In volo in volontà involontario l’hai fatto mille volte e apri e chiudi alveoli a notte fonda senza sonno ascolti passa un cane e alla luna a lei è lui a ululare pianto, per quanto fiato abbia. Respira e poi riprende. Dormi se lo dimentichi, il respiro, coperto dal respiro delle cose. Respira l’aria dietro le finestre, vicini a conversare con gli amici, le fronde vive dentro il temporale, e cani, e volpi, e i gatti e i cinghiali, i camion e la spazzatura; le moto di passaggio e le autoradio. Lo fa la notte quando è silenziosa. L’ascolti e ti riposi bene, preso nel flusso sciolto che nebulizza l’etere, lo porta a fare mondi; genera fatti, agisce le persone; e si dissolve. Altera il tuo respiro, contrae le corde, e tu produci suoni, articoli parole. Vorresti ma non riesci a liberarti. Smetti lunghi secondi e ricominci. Non sai che fartene e non puoi farne a meno. Nel sonno ne hai coscienza, lo sai quello che non riesci più ad ammettere durante il lungo assedio della veglia. Continua, su, non perdere il respiro. Credici in pieno. È la tua condizione; il solo modo di essere vivente. Non un ricordo e non un potenziale. Tu sei espirando e inspirando forte. Tu sei, scambiando l’aria con il mondo, che ti attraversa ma ti lascia indenne, che ti sorseggia e ti conferma: sei. E io, che voglio essere con te, respiro nel tuo alito, mi accordo, ti scivolo all’interno, ti fuoriesco e ti riprendo in me, respiro. Bocca e narici sono il nostro tramite, legame inconsistente che non lega. Io lo conosco, lo sento come mai, lo voglio. Lo prendo e mi ci avvolgo. E, finalmente, posso dormire anch’io.
Tag: Blog, Quadrilogia, Respiro, Sonno, V-CRT
5 settembre 2019 alle 17:09 |
pare di vivere il respiro che ci tiene in vita
"Mi piace""Mi piace"