di CRT2
Misteriosa, intricata, pericolosa… necessaria. La Giungla, quando non carbonizzata, è un insieme di elementi naturali che pur spontanei hanno un loro “incastro primitivo” essenziale. Nella Giungla il simpatico ragnetto può rivelarsi mortale, mentre il grosso serpente variopinto che ci terrorizza se ne frega di chi sei. Nella Giungla sei tu l’estraneo entrato per caso e non nato lì dentro, quindi ti puoi perdere senza via di uscita e se non te la sai cavare per sopravvivere, muori di sicuro.
Il Pantone color Giungla non esiste, potrebbe essere un suggerimento per il brand che produce la gamma delle tonalità distinta nei gradienti, ma alla fine risulterebbe più un decorativo che un colore a cui far riferimento. Difficile, appunto, dividere le infinite percentuali dei toni primari per riprodurlo.
Giungla è formato di intensità sovrapposte quasi tutte tendenti al verde (se no, che Giungla sarebbe?!) e ogni pezzo di Pantone è diverso dall’altro, distinguendosi o specificandosi nell’uso.
Insomma il Giungla è un casino se non lo sai capire e conseguentemente applicare, confonde le idee, nasconde il vero senso della ricerca, ti porta lontano dal tuo obiettivo (che sarebbe uscire vivo dalla Giungla) perché alla fine sei entrato nel suo intricato mondo quasi spontaneamente, ma uscirne è un’avventura intelligente, scaltra, consapevole… tutt’altro che naturale.
Coraggio ed esperienza, sembrano essere delle qualità per gestire il Giungla sempre al centro di tutto quello che conosciamo e che oggi ci avvolge anche se siamo comodamente seduti sul divano di casa e non in piena Amazzonia.
Tolti tutti quelli che nella Giungla ci vanno sponsorizzati con l’intento di studiarla con attenzione passo passo, per noi che nella Giungla ci siamo finiti e non sappiamo come, l’avventura non è più una condizione letteraria casuale, ma una condizione concreta all’ordine del giorno dal micro al macro.
Parcheggiare la macchina, andare all’IperCity solo per comprare il sale, chiedere un’informazione fiscale in qualche ufficio spostato ieri in altro luogo, Città, Regione.
Aver fame in una zona che non conosci e trovare un posto in cui mangiare “decentemente ad un prezzo umano”, capire chi ti sei sposato 10 anni fa che sembra oggi parlare una lingua incomprensibile ed irritante, avere le idee chiare a una riunione condominiale, esporle, e trovarsi in una rissa. Perdersi in Internet, in una Città che non conosci perché la batteria del tuo smartphone ti ha abbandonato, confondersi difronte alla TV perché quello che aveva detto ieri è giusto il contrario di quello che dice oggi, fare un check in più in una App e il tuo abbonamento telefonico prende tutti, ma proprio tutti i toni di una foresta tropicale intricata. In tutto ciò e altro ancora il Giungla, anche se un’invenzione, sembra riassumere benissimo la nostra condizione.
Se sei incastrato nella tua routine che ti opprime, magari pensi al Giungla come Pantone che ti offre una via di fuga, come fosse la porta quadrata (anche se piccola) che ti fa entrare in un’avventura per uscire dai toni sempre uguali della quotidianità, senza sapere che ti potresti trovare il un percorso ancora più intricato e mortale.
Ovvio, qualcuno, o la somma di tanti qualcuno (fino a prova contraria innocenti o ingenui) che si sono distinti inventando delle soluzioni per uscire in modo facile dalla quantità dei toni del Giungla, ci dà oggi questo risultato non scontato, ma con il pericolo di diventare: simpatico ragnetto; grosso serpente variopinto, che nella Giungla bene o male sopravvivono in armonia.
Tag: Blog, Centro, CRT2, Giungla, Quadrilogia, Take five, V-CRT
21 novembre 2019 alle 15:47 |
la Giungla può essere la metafora della nostra vita. Siamo terrorizzati da false paure e ignoriamo i reali pericoli.
Districarsi è come avventurasi nella Giungla, quella che è verde e piena di insidie. Non sempre ci riusciamo.
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22 novembre 2019 alle 09:16 |
Col quinto post della serie, CRT2 ragiona sul Pantone Giungla, ne svela l’esistenza nella quotidianità in apparenza ben catalogata ma talmente intricata da chiedere il ricorso a un gran coraggio o a una grande incoscienza per affrontarla. Ed evidenzia il Giungla nella duplice funzione di frustrante prigione e insieme irraggiungibile utopia, condizione non soltanto umana ma, a causa dell’Umanità, ormai del pianeta intero. Mi piace, nella chiosa, che l’armonia si ritrovi nel riconoscere vincente la semplicità di esseri che nella Giungla si collocano bene per natura, e a buon diritto ci vivono senza alcun problema.
Ringrazio CRT2 per aver partecipato al progetto aperto V-CRT The Square e ringrazio i miei venticinque lettori per aver benevolmente condotto la lettura su queste nuove pagine, fin qui.
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