
Ho approfittato dell’ora di pranzo per passeggiare in una direzione precisa, calcando i passi già posati tante volte sulle viuzze del vecchio quartiere e addentrarmi lontano dal traffico, immergendomi via via nel silenzio. Parlando con l’ombra senza voce, ritrovando le siepi e gli odori, lungo il viale stretto davanti a cui sta il cancello di un piccolo condominio con il giardino, lo stesso giardino che bevevamo con gli occhi mentre sorseggiavamo il caffè vietnamita, a volte abbracciati, parlando di tutto o non parlando per niente. Dietro il cancello sfilano ancora i vasi con le ortensie e, alle loro spalle, i cespugli alti che nascondono il prato, la pergola e i vialetti. Solo le cime degli alberi rivelano che è sempre al suo posto la vista dalla ringhiera del nostro balcone. Ho cercato la targa sul citofono, non c’era il nome ma ho fatto in modo di trovarlo, e di immaginarlo scritto anche sulla cassetta della posta. Nessuno in vista. Ho composto il codice e si è aperto il cancello, stavo per varcarlo quando una donna straniera è comparsa parlando al telefono, veniva di corsa nella mia direzione. Altri passi rapidi alle mie spalle, mi sono girata: un uomo con il giornale in mano puntava dritto verso di me, accigliato. Si sarà accorto dei miei atti di psicomagia? Ho proseguito oltre, con l’affettazione di una ladra. Ma tornerò, ancora e ancora.
Tag: Condivisione, Giardino, Madeleine, Racconti, Racconto, ritorno
11 Maggio 2022 alle 12:01 |
Bello questo racconto. Ciao 🙂
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11 Maggio 2022 alle 13:08 |
Ciao Gianluca, grazie del passaggio e del commento benevolo:))
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11 Maggio 2022 alle 13:19 |
😉🙂
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11 Maggio 2022 alle 22:25 |
breve pezzo ma molto bello. In poche parole, come pennellate di un pittore, hai descritto un momento di una passeggiata nel silenzio
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11 Maggio 2022 alle 23:22 |
Grazie, sei molto gentile 🙂
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11 Maggio 2022 alle 23:38 |
😀
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