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ascesi

10 aprile 2023

in salita sembrava tutto molto più semplice, perché in salita il gorgonzola non goccia, per dire, tutt’al più starnutisce con due dita strette attorno alle muffe. così il giorno dopo si attrezzò per raggiungere una meta a caso, purché si ritrovasse di diverse misure più in alto rispetto al punto di partenza, fatti due conti sarebbe bastato camminare con fiducia in direzione nord – il nord, come si sa, almeno nel nostro emisfero, si trova in alto – e la facilità del tutto si sarebbe progressivamente manifestata, senz’altro contornata di frizzi, di girandole, girini e girasoli o, quantomeno, di qualche cirro in forma di branco di cefalotti.
partì sul presto, diciamo sulle, o su quelle e trenta circa. la precisione è nemica dell’ascesa, diede dunque via libera al caso e al vagabondaggio per un bel pezzo finché, all’ennesimo chilometro percorso, constatato che la semplicità agognata era ancora ben al di là da venire, decise di sostare sotto un palmizio. i palmizi in viaggio verso il nord si liberano via via di quell’aria svagata a cui devono la celebrità altrove, e ostentano fronde composte e serie, per lo più gruppi d’aghi irrigiditi, senza che questo intacchi di un tot-esimo la loro fama di portatori d’ombra.
ma in salita l’ombra, pur garantita, è un fatto che smentisce la semplicità. come obbedendo alla tendenza generale, si slancia in verticale e, per ottenerla, bisogna inerpicarsi e dar luogo a evoluzioni di stampo circense fino ad afferrarne almeno un lembo, da riportare poi a terra e fissare con cura per mezzo di un sasso, meglio sarebbe un picchetto, comunque di un fatto di una certa pesantezza (nelle giornate di vento potrebbe sollevarsi e la fatica risulterebbe vana – e qui si insinuerebbe una perplessità più che lecita: se non sarebbe invece il caso di riposare sotto il sole, e di muoversi al minimo, piuttosto che rischiare di accalorarsi più di quanto l’ombra agognata, una volta raggiunta, bloccata a terra e fruita, possa mai riuscire a rinfrescare. ma, no, andando a nord non si pone alcun dilemma, perché le latitudini sono tali da invogliare il sole a restarsene più in basso, dove godere di temperature più miti, lasciando a chi presenta una tempra più robusta lo sprezzo dei climi gelidi in cui si va inoltrando mentre sale, e rendendo il ricorso all’ombra del tutto non indispensabile).
per quanto infine il palmizio non fosse risultato di qualche beneficio ma nemmeno di grande intralcio, confermando così la teoria della semplificazione della vita nell’ascensione ascetica, transitarvi non costituì una questione di rilievo, quanto piuttosto una bizzarria, un capriccio di viaggio, peraltro nemmeno documentato da fotografie.
fu la constatazione di non poter più svolgere il pic nic a fermare il suo cammino, dato che il gorgonzola, che era di qualità ottima, era sgocciolato intanto tutto verso il cielo, lasciando nel cestino solo alcune ineffabili muffette. non restò altro da fare che attendere il tramonto per sedersi a sbocconcellare qualche fetta di pane, e contemplare la strada fatta a ritroso, illuminata dallo scintillio bianco-smeraldo che andava a perdersi nella vallata a sud.


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