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Ho appena finito di leggere l’ultimo parto letterario di un’autrice che conosco: brillante, femminile, sarda. Che bel mix, trovarmela accanto mi rende allegra.
Già che mi sentivo in vena, ho pubblicato un commento in calce a una recensione sul blog della sua casa editrice. Mi ha divertito scriverlo e lo posto anche qui.
Magari vi viene curiosità e vi leggete il libro.
Magari, no?
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Se l’inciampo con lei avviene nel modo e nell’occasione giusta, Susanna Trossero ti può far ridere come una ragazzina fino a perdere il fiato, offrire snack composti di ingredienti assurdi, e solleticarti in continuazione la battuta, proprio di fronte a uno stimato docente nel bel mezzo di una seriosa lezione.
E allora, ti chiedi leggendo Adele, come diavolo ha potuto esprimersi così credibilmente con la voce di una vecchina raggrinzita e a corto di giorni da vivere, o rendere realistici i suoi ricordi di epoche e fatti che tu immagini siano tanto distanti dalla sua esistenza?
Io Adele non lo collocherei nel genere “Romanzo”.
Intanto perché scritto a quattro mani: le prime due (apparentemente) guidano la trama, le seconde appartengono allo psicologo Francesco Tassiello che, nella scia lasciata dalle frasi tracciate sul diario di Adele, si inserisce così bene da utilizzarle come spunti notevoli per tratteggiare una serie di profili comportamentali e di problematiche comuni all’uomo e alla donna della nostra epoca, ma non solo.
Si destreggia, e per questo davvero merita un apprezzamento particolare, con coraggio e credibilità di autore consumato, nella resa di un suo alter-ego professionale, realizza una auto-fiction bella e buona. Se non sta attento lo candidano al Premio Strega e, allora, addio professione medica.
No. Adele, oltre che pepata donnina che si fa seguire con apprensione e, spesso, con partecipe commozione, nelle varie fasi della lunga vita che condivide con un marito/ombra in una relazione mutevole ma, di fondo, sana, è principalmente un pretesto. La scusa per realizzare, senza tanti clamori, un agile saggio divulgativo, una sorta di “Istruzioni per l’uso” della vita.
Ecco, io collocherei Adele nella Manualistica, lo vedrei bene sullo stesso scaffale, anzi, ben incastrato tra “Lo Zen e l’arte della manutenzione della Motocicletta” e “Autocostruzione di una casa galleggiante in dieci semplici mosse”.
Tag: Adele, Autofiction, Blog, Francesco Tassiello, Graphe.it, Libri, Libro, Susanna Trossero
5 febbraio 2014 alle 13:39 |
Non conoscevo questa scrittrice, ma d’altra parte non è che si può conoscere tutti gli scrittori, no?
Poi di questi tempi ce ne sono a valanghe!
Interessante recensione. A me incuriosisce sempre quando si tratta dell’introspezione, delle persone…esperienze, etc….e l’aver scritto a quattro mani di cui due di uno psicologo…be’ mi piacerebbe proprio leggerlo.
E chissà…lo metto in lista anche se non lo acquisterò ora.
buona giornata Francesca
grazie
.marta
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5 febbraio 2014 alle 15:08 |
Credo che Adele non sia un personaggio frettoloso. Saprà aspettare.
Buona giornata anche a te Marta.
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