Il giallo-oro antica la fotografia, la appassisce nel rimpianto, facendo emergere, intatti, tutti i ricordi. Mi sdraio in terra, passo così i miei giorni, quando non mi vede nessuno. Socchiudo gli occhi, mi gira la testa, non sento l’equilibrio, come in mare. Un’altra me si alza, si denuda e si addentra nel buio del corridoio.
A poco a poco perdo conoscenza.
Una figura mi si affianca, mette in sincrono i passi, intreccia le sue dita con le mie. È facile riconoscerla dalle sue mani calde, rabbrividire dei segni a chiocciola sopra i polpastrelli, che si incastrano alla perfezione nei tratti disegnati sopra i miei.
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