Ci sono storie che potrebbero proseguire immutate per l’eternità, le ferma solo l’irruzione della morte. Equilibri che, misteriosamente, sfidano le leggi dell’evidenza: non si può restare per sempre uguali a sé stessi.
Ci sono relazioni che fondano la propria solidità sull’accettazione di ogni infrazione al senso comune, purché non venga lesa mai l’unicità della coppia, monade superiore a chiunque e a qualunque evento, pena la disgregazione istantanea dei singoli che ne fanno parte.
E poi ci sono paste diverse, che non si emulsionano, che mettono tutto in comune senza riserve, ma anche senza condividerlo mai fino in fondo. Elementi che la vita separa, tendendo tra le loro teste un filo d’acciaio che minaccia di decapitarli allo sconfinamento. Non c’è motivo apparente perché debbano avanzare affiancati. Sanno attraversare il mondo da soli, a testa alta, ambiscono a traguardi propri, a volte ottengono ciò che desiderano.
Eppure, non possono fare a meno di mantenersi in vista, e dedicarsi l’un l’altro pagine della propria storia, fino alla fine dei giorni.
(continua)
23 gennaio 2015 alle 22:20 |
Vero….proprio cosi.
La fotografia è bellissima e apropriata…
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23 gennaio 2015 alle 22:22 |
È partito il commento senza saluti..
Ciao, buona serata
.marta
Spero tutto bene
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24 gennaio 2015 alle 20:07 |
Ciao :-), bentrovata Marta.
Qui alti e bassi, come credo ovunque… Questo racconto serve proprio a mantenere in esercizio uno spazio “alto”, per quanto a volte mi sembri inarrivabile.
Alla prossima, buone serate anche a te (questa e la precedente!)
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24 gennaio 2015 alle 21:45 |
Che bella storia….cavolo me l’ero persa….
Ora continuo…
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25 gennaio 2015 alle 19:10 |
Dai che manca poco… 😀
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25 gennaio 2015 alle 19:18 |
:)))
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