di Francesca Perinelli
Tristezza è miope. Davanti alla biforcazione delle scelte, ingoia tutto intero l’uovo d’oggi, che le si piazza nell’esofago e, quando è sceso, lo digerisce in un lampo, per questo è sempre affamata. Meglio lasciarla sola, Tristezza, che tanto non migliora. O, almeno, che resti qualche passo indietro. Soffre la solitudine e segue come un randagio chiunque l’abbia degnata di uno sguardo, anche distratto. L’invidia per Serenità, l’odio per Allegria a braccetto, che nutrono la gallina di pastoni e becchime in tutta calma, la portano ad appiattirsi addosso al presente senza dignità, ad avvicinarsi in fretta, anche se è pigra, ai primi segni di calo d’attenzione. E allora inscena uno dei suoi capolavori d’incoerenza. Offerta speciale, valida solo fino alle 24:00, come non approfittarne per una pelliccia, anche se l’Equatore, dove viviamo, è un po’ caldino. Uno stock di angurie rosse a metà prezzo il venti dicembre quando Il campo è coperto di brina e anche quest’anno il raccolto sarà scarso, permette di crogiolarsi a lungo nel sentimento di sconfitta. Tristezza ha gli occhi più belli che si siano mai visti, ma bistrati di brutto, acquosi, ricolmi di sentimenti contrastanti e spesso cede dietro i primi impulsi: si abbona a chat ma non risponde alle richieste di contatto, paga un corso di ballo on-line per poi limitarsi a sospirare davanti alle coreografie sullo schermo, riempie l’armadio di abiti che le staranno bene soltanto dopo una dieta ferrea e intanto soffre una fame tale, spiando le amiche che si leccano le dita senza ritegno, banchettando a pollo e patatine arrosto.
Tag: Blog, Fato, Pulsioni, Quadrilogia, V-CRT
21 giugno 2019 alle 21:14 |
la tristezza è triste per natura e non le va bene niente
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