di Francesca Perinelli
Volare basso, guardare in alto, sapere l’orizzonte in lungo e in largo, spazzando via le miglia con luce indifferente e anaffettiva, seguendo con il dito creste, tagliandone le bocche nette ai bordi, come le loro ombre. Mi immergo e mi sollevo, il tutto grigio e nero è la mia vita, la mia crisi irrisolta e mia alleata. Voglio solo planare: è la mia musica. Un ritmo sempre uguale che allunga la distanza da ogni cosa, mi aiuta a dialogare con il nulla e mi rincuora. Come quando ti vedo, confusa e già un po’ arresa. Mi appari sempre ai margini del giorno. Ti plano addosso e intorno. Sei rorida, ti freme la marea, ne sfioro l’onda e un brivido mi prende al sibilo del tuo vento lontano, lo inspiro e ti restituisco il fiato argenteo della Luna. Ti chiamo e mi rispondi, sparisco e tu ti offendi. Ti sorrido. Torni dolce in un attimo e mi addolcisco anch’io. Quasi mi sembra di poterti amare. Realizzo fioriture di grafite, che credi doni e usi in quantità nei tuoi acquerelli. Ma io non ti appartengo. Mi mostro sempre meno, arretro e poi mi eclisso. Non saprò mai di te, mi basta averti attorno, felice del tuo essere speciale. Anima azzurra e verde. Ti vesti così bene. Mi piace il tuo profumo. Ti trovo così bella. Ma vago lontano e solo, vado dall’altra parte. Quella che non conosci. Quella soltanto mia. Se mi lasciassi prendere, ci annienteremmo entrambi nello scontro. Tu smetti di cercarmi. La tua caduta rapida, senza odi né riverberi o illusioni, oltre la polvere ferma dei miei limiti, la scordo e dormo subito. Sopra di me si estende un cielo tale che tu non potrai mai immaginare.
Tag: Blog, Luna, Quadrilogia, satelliti, Terra, Tramonti, V-CRT
8 agosto 2019 alle 17:11 |
molto poetico è questo post che mi ricorda momenti del passato.
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