
pensa a qualcosa di bello pensa a qualcosa di bello pensa a qualcosa
inutile dare importanza ora alle lacrime alle lacrime
alle lacrime nella pioggia
inutile ora pensare al nome dell’androide moribondo
e alla collocazione esatta delle porte di Tannhäuser
non sono porte girevoli e nessuno tornerà indietro
pensa a qualcosa di bello pensa
ai rami dei ciliegi ricoperti di fiori
pensa alla stupefacente tridimensionalità dei petali
al contrasto tra il colore rosa e l’azzurro del cielo
pensa all’afflusso di sangue dal cuore
correndo correndo correndo a perdifiato
di fianco alla sfilata dei ciliegi in fiore
pensa alla pelle scoperta
sotto il sole bruciante del sedici aprile
correndo a perdifiato contro l’azzurro del cielo
e il verde del lago
e che dopo mezz’ora ancora
non ti facevano male le ginocchia
e che hai incontrato tre volte quante i giri del lago
le stesse persone
e a ogni giro erano leggermente diverse
e a come è sembrato un errore di matrix
che a ogni giro del lago le stesse persone fossero
leggermente diverse
perfino i rami dei ciliegi perdevano un po’ del loro colore
e l’acqua schiariva verdastra contro il cielo
e sembrava un giorno leggermente diverso
di giro in giro più cupo
riflesso negli occhi dei passanti
dei canottieri in pieno sforzo atletico
delle coppie mano nella mano
perfino in quelli dei cani a passeggio
e dei padroni piegati
a raccogliere i loro escrementi
inutile pensare inutile pensare inutile
pensare alle navi da combattimento in fiamme
al largo dei bastioni di Odessa
alle fosse comuni alle riprese dei droni in volo
sulle città annientate
te lo hanno solo raccontato
come ti hanno raccontato che ancora nel ricco occidente
qualcuno ha gridato alla moglie nella notte
chiama il centodiciotto
e dopo un quarto d’ora non c’era più niente da fare
non pensare non pensare non devi pensare
che vi conoscevate che era un uomo buono
che hai detto che non lo scorderai e subito hai pensato
che presto te ne andrai anche tu dimenticata
e tutte le generazioni
e i ciliegi smetteranno di fiorire per chiunque
non resterà memoria neanche dei cani
né dei loro escrementi lasciati a seccarsi per terra
inutile pensare mentre il sangue finalmente fatica a farsi strada
lungo le fibre muscolari indolenzite come le ginocchia
che ancora non è tempo che ancora non è tempo
che ancora non
è tempo di morire
Tag: Blade Runner, Morte, Musica, Poesia, Primavera
18 aprile 2022 alle 21:50 |
non so da dove sia tratto ma è un vero inno alla vita.
"Mi piace""Mi piace"
18 aprile 2022 alle 23:47 |
…Me lo sono tratto (con un certo sforzo, va detto) da me medesima 😄
"Mi piace"Piace a 1 persona