Sproloquio. Sermoni azzardati, precisi, infuocati, sputati. Zizzanie svuotanti illusioni, emozioni. Logorree di verbi. Di sciacqui e risciacqui di panni nell’Arno con molte favelle, lamelle, linguette, sfrenate a piacere; piattelle a pulire e sfregare, con pezze a lustrarle, mostrarle entro pubbliche piazze, con sfoggio di mazze, di pane e salame, patate novelle, scottate, bruciate, schiacciate tra i denti. Parole affilate, arrotate, a cascate, a scintille, percosse a sciacquettii, a cinguettii; godute a valanga, d’orecchie e di spranga, svuotando cassetti ripieni di uova, calzini e poltiglia accostati a casaccio. Ecco quello che faccio, ricalco gli effetti dell’homilophilia, piacere del letto o del detto che Gnirro, lo sgherro del verbo di Turi Totore, ha porto a Vibrisse nelle ultime ore.
Se, come ho capito, qui è finita l’avventura del Sommario semiesauriente delle maialate, posso dire che ribatterle su queste pagine è stato oltremodo divertente e ha costituito un’occasione per riprendere a pubblicare qualcosa, ancorché di provenienza altrui. Un ottimo e prolifico elemento della Bottega di Narrazione 2014-2015. Che la fortuna gli sia propizia e non lesini mai l’ispirazione a lui e al professor F., che credo di aver riconosciuto tra le righe.
Applausi per Turi.
Giù il sipario.