Una discussione originata da un articolo di Internazionale. Di seguito la mia ultima risposta:
Vorrei aggiungere che forse, nel mondo arabo, di donne così possono anche infischiarsene ma qui da noi servono come il pane. Sono sicura che la loro azione non sia esattamente folle come sembra. Non riesco a essere dura con delle tizie che espongono e votano a una causa (forse) persa la parte più intima e delicata di sé. E poi, trovo gustosamente comica la scelta di strumentalizzare il proprio corpo in questo modo. Un modo così apparentemente ingenuo, che mi fa tenerezza. Un modo molto diverso da quello aggressivo e presuntuoso di rock star, modelle, attrici, olgettine e via discorrendo che costituiscono, per la stragrande maggioranza delle donne, occidentali e non occidentali, il modello a cui tendere. Molto diverso e molto rischioso per loro stesse.
Ammetto che si possa non gradire il metodo, o sentirsi offesi dalla spudoratezza (ma oggi bisogna essere ingenui più di loro per arrivare a tanto), o dissentire sull’oggetto della protesta. Siamo in democrazia (anche se in certi casi mi pare una democrazia invidiosa).
Tag: Attualità, Democrazia, Femen, Femminismo, Italy, Politica, Pussy Riot, Putin, Silvio Berlusconi, Tunisia, Umorismo
10 aprile 2013 alle 12:21 |
Sai che non ciò riflettuto su questa modalità di democratica protesta?
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10 aprile 2013 alle 13:03 |
E, guarda, te lo dice una che combatte strenuamente ogni giorno con gli influssi fuorvianti degli istinti ancestrali (invidia compresa): farebbe lo stesso, sarebbe magnifico, se esistesse un equivalente delle Femen composto da vecchietti variamente invalidi. Certo, tanta fatica richiede un fisico adeguato 😉
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14 aprile 2013 alle 13:28 |
Dici che funzionerebbe con dei vecchietti esibizionisti, i famosi Omen, oppure solo con i bronzi di Riace ?
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14 aprile 2013 alle 19:34 |
Tentar non nuoce(rebbe). Chissà?
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