Il cielo del mezzodì è tanto chiaro da sembrare bianco. Le ombre si attaccano ai contorni, il mondo in bianco e nero è insopportabile.
Mi alzo, scendo, bevo un goccio e risalgo in coperta, e subito mi tuffo. Tiro bracciate rapide. Raggiungo il punto meno pericoloso tra gli scogli, strattono fuori con le braccia metà corpo, che emerge veloce dall’acqua. Guardo in alto. Non sento alcun rumore, il vento ricopre tutto, tranne ciò che può essere visto. Mi sembra di scorgere un’ombra umana, che subito scompare.
Sto issandomi a raggiungerla, quando di colpo ritornano i colori. Il canto adesso è un stridìo acuto. Un’onda mi fa scivolare, perdo l’equilibrio, e mi ributto in acqua.
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