Dicotomie n. 4 – L’Età: Giovane/Vecchio

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Il post originale è apparso su Cartaresistente il 22 febbraio 2013

 

Affannatevi e tormentatevi, senza pensare che tutto questo non conclude. (Luigi Pirandello, “I vecchi e i giovani”)

L’urna ha deciso. Il Segretario della nuova coalizione che sale al governo vi saluta dalle telecamere con un deciso “Grazie!” Gli rispondete “Stronzo”, e vi voltate spalle allo schermo. Che c’è di nuovo? C’è che da oggi sarete la vostra sola, cinica guida. Che vi farete prendere a braccetto dalla mafia, che toglierete la sicura dalla pistola che avrete tirato fuori dal cassetto. Perché di espatriare non se ne parla proprio. Si espatria e non si torna, ma voi non siete il tipo che lascia la nave mentre affonda. La nave vi appartiene, anche se non vi è consentito salire sul ponte di comando. Vi siete convinti che servirà premerlo, il grilletto, e il timone sarà soltanto vostro. Frantumando trent’anni di politiche sociali deviate. E i baby boomers invecchiati lì dentro finiranno nel nuovo boom che gli farete esplodere tra le orecchie. Perché non ne potete più, davvero più. State invecchiando, proprio stamane avete scoperto nello specchio qualcuno che vi ricorda i vostri genitori. E avete dovuto ammettere che eravate voi. Vi hanno succhiato via la gioventù come vampiri, e non si vergognano di venirvi pure a ringraziare. Come se non sapeste di essere il nuovo modello di schiavo: moderno, servizievole, resistente. La pasta è quella stessa che ha forgiato loro, la differenza sta nell’ordine di nascita. La pasta è quella? Allora anche la faccia tosta. Qui non c’è posto per stare tutti e due, giovani e vecchi. Dell’urna ormai non ve ne importa niente: farete piazza pulita di tutte le promesse. Via le rivendicazioni fuorvianti, via il nepotismo, via lo sfruttamento, via i lavori squalificanti, via i salari indegni, via quel welfare che fa restare le cose come sono. Non finiranno come sono vissuti, i vecchi, sicuri di avervi scaricato i costi delle loro morti confortevoli. Riprenderete quello che vi è stato tolto, con la forza. Eccolo, il nuovo boom. Stavolta, avrete deciso voi.

L’urna ha deciso. Il Segretario della nuova coalizione che sale al governo vi saluta dalle telecamere con un deciso “Grazie!” Gli rispondete “Ma chi sei? non ti conosco!” e ovviamente state mentendo perché da pensionati lo schermo della TV é la vostra guida spirituale. Che c’é di nuovo? C’é che da oggi avete più bisogni di ieri da soddisfare e qualcuno che vi guidi. Che vi farete prendere a braccetto da chi vi assicura un sistema sanitario che funzioni, perché nel cassetto della vostra vita ci sono esami del sangue, colesterolo, osteoporosi che hanno sostituito i sogni. Perché andarsene da questo mondo, giustamente, non se ne parla proprio e navigate a vista è l’unica soluzione quotidiana. La nave servita nei mari dell’esistenza ora è in porto e voi la guardate senza più voglia di salire, il timone appeso in salotto per ricordo. Racconta cinquant’anni di fatiche senza mai deviare un giorno. Adesso la salvezza è essere attivi, ancora utili fosse solo per le storie da raccontare alle orecchie del mondo e per questo avete imparato a chiedere di più. State ringiovanendo, proprio stamane lo avete scoperto nello specchio che vi ricorda di essere stati dei bravi genitori. E avete dovuto ammettere che è così perché i vostri figli non si vergognano di voi, di venirvi a prendere per compagnia ringraziandovi di esistete e non essere vampiri del loro tempo. Lo sapete di essere un modello: odierno, sofferente, resistente. La pasta di cui siete fatti è ora studiata per il futuro, la differenza sta solo nell’ordine di nascita, crescita, mantenimento. La pasta è quella, anche per l’industria farmaceutica… gran faccia tosta! Qui c’è posto per i vecchi diventati giovani che insegnano ai giovani dove stare. Dell’urna ormai vi siete dimenticati: ma sapete di aver preferito la faccia pulita più promettente. Quindi al via le richieste importanti, al via la difesa del genere che conta, ai lavori socialmente utili, alle pensioni degne di questo tempo. Al via quel welfare che fa crescere le cose che servono. Non finirete per come siete vissuti, questo è garantito, non siete più vecchi ma longevi e con questo nuovo termine avrete anni confortevoli. Riprenderete ora quello che vi è stato tolto da giovani, con la forza dello spirito e della resistenza d’animo quasi una fonte interna di giovinezza. Eccolo il nuovo che avanza, stavolta avrete deciso voi.

Francesca Perinelli e Davide Lorenzon – Dicotomie resistenti n. 4
Disegno di Fabio Visintin

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Una Risposta to “Dicotomie n. 4 – L’Età: Giovane/Vecchio”

  1. newwhitebear Says:

    scritto cinque anni fa. E’ ancora attuale.

    "Mi piace"

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