Scrivo con una sensazione di malinconia per una perdita. Sto parlando di Cartaresistente. Non posso mettere link al sito attivo dal 2012 perché, ahimé per tutti, ormai non esiste più. La sua uscita di scena al termine del 2017 mi ha fatto pensare a quella delle dive d’altri tempi. Una Greta Garbo, per fare un nome, dei blog letterari.
Un link a Cartaresistente compariva sulla mia homepage, come su quella di Vibrisse (e compare ancora: Giulio, ti posso suggerire di toglierlo?). La sua formula, piuttosto semplice, prevedeva la pubblicazione di immagini significative a corredo di testi che, direttamente o indirettamente, riportassero a una dimensione piuttosto “fisica” l’atto del leggere.
I nostri due blog si sono conosciuti sul finire del 2012, quando ho iniziato a sottoporre a Nando qualche contributo per dei post che enfatizzavano le letture di carta attraverso scatti fotografici (telefonici, forse è meglio dire) di sconosciuti lettori, colti in flagrante nel pieno esercizio della loro “perversione” nei posti più disparati. Da quei post poteva nascere la curiosità per qualche nuova lettura o, quantomeno, scaturire una riflessione su usi e costumi contemporanei. Da lì in poi sono venute idee per temi sempre più sfiziosi e sempre più coinvolgenti per un’ampia fetta dei blogger di wp.
Poi ho conosciuto anche Davide, col quale mi sono obiettivamente tanto divertita, attraverso una forsennata scrittura a quattro mani e confronti serrati come duelli all’arma bianca, puntualmente riportati sulle pagine di Cartaresistente, oltre che qui.
L’impresa di Nando e Davide, del tutto no-profit a meno, immagino, della voce di attivo in bilancio relativa alla soddisfazione, si è avvalsa della collaborazione di nomi anche illustri, di artisti e artigiani che hanno reso tangibile a molti l’esperienza del web. Ha creato una comunità stimolante e vivace. Personalmente mi ha permesso di sperimentare e crescere.
Una gran bella storia, vi ringrazio di avermi permesso di farne parte.
Ho uno spirito progressista ma un’anima che cerca comunque di conservare ciò che di buono c’è stato in un rapporto. Nel corso di quest’anno, con l’autorizzazione espressa degli altri autori coinvolti, pubblicherò di nuovo tutti i lavori a mia firma a suo tempo condivisi su Cartaresistente, a meno de ”I sette sensi”, che troverà posto integralmente sulle pagine di Tratto d’unione (Grazie!) accanto all’intera serie “I magnifici 7”. Da non perdere, in partenza il prossimo giovedì, 11 gennaio.
Quel che resta di noi
Tag: Cartaresistente, eredità, post, scrittura, tratto d'unione
5 gennaio 2018 alle 17:54 |
Cara Francesca, sarà un piacere e un onore ospitare sul mio blog la tua scrittura, passata e futura. A presto 🙂
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5 gennaio 2018 alle 17:55 |
A presto, un forte abbraccio 🙂
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5 gennaio 2018 alle 20:53 |
È stato un vero dispiacere quando hanno chiuso questa avventura. Erano un appuntamento fisso, intelligente e garbato. Mi mancano.
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5 gennaio 2018 alle 21:04 |
Anche a me.
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8 gennaio 2018 alle 12:56 |
Vorrei ribloggare, se me lo consenti
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8 gennaio 2018 alle 15:19 |
Ma certo, anzi ti ringrazio. Francesca
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8 gennaio 2018 alle 15:39 |
L’ha ribloggato su ilperdilibrie ha commentato:
Con piacere reblog!
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8 gennaio 2018 alle 21:48 |
mancano pure a me (che fo volentieri a meno di tutto) 💙
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8 gennaio 2018 alle 22:07 |
Elisabetta… Ciao 😘
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9 gennaio 2018 alle 00:01 |
Una grande perdita Cartaresistente. Sono felice che qualcosa continui si può Trattodunione
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9 gennaio 2018 alle 00:12 |
Certo. Per dirla con Neruda: “Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera.”
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9 gennaio 2018 alle 16:18 |
quando un blog come cartaresistente chiude è sempre una grossa perdita.
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9 gennaio 2018 alle 17:21 |
Sì. Immagino che i due CRT avessero le loro ragioni, d’altra parte, soddisfazioni a parte, il lavoro dietro le quinte dev’essere stato pesante e, ovviamente, come per la maggior parte delle passioni, non remunerato.
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9 gennaio 2018 alle 17:36 |
Certamente avranno avuto le loro ragioni. Quando si fa qualcosa gratis ma pesante a lungo viene la voglia di smettere
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