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Che farne?
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Il boia nazista ormai centenario
È morto a ridosso dell’Anniversario.
Non c’è requie per la salma
La memoria non si calma
Senza pentimento* non cala il sipario.
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*) Per la religione ebraica, quella della legge del taglione per intendersi,
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Io non credo al destino. Le coincidenze sono fatti che seguono la logica del caso, so bene che a noi tutti conviene trovare un disegno unendo da uno a infinito i puntini fatti di polvere caduta sul tavolo durante la preparazione della Moka. E che ciascuno è libero di definire la lunghezza della serie, di dare numeri a piacere e trarre le proprie convenienti conclusioni. Ma che, nonostante questo, gli esseri umani hanno concordato sul disegno delle costellazioni, al punto da sostituirle agli Dei detronizzati dal monoteismo e ancora oggi tanti leggono il giornale partendo dall’oroscopo, così come sperperano i loro miseri averi nelle scommesse di Stato, nascondendosi di sapere che non c’è sistema che tenga: la statistica non vale quanto un buon amico che lavora ai Monopoli.
No, non ci credo nel destino. Allora perché non riesco a liberarmi dell’idea che siano sempre i peggiori ad andarsene per ultimi?
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Tag: Attualità, Deportazione, Erich Priebke, Ghetto, Limerick, Poesia, Politica, Roma, SS, Teshuva
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