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La simulazione è una metodologia conoscitiva* (Tzatziki blues)

2 giugno 2012

 

Il post originale era parte del racconto “La simulazione è una metodologia conoscitiva (Tzatziki blues)”, oggi ripreso col titolo “Simulare” nella raccolta “Infinito presente” pubblicata nella collana iCalamari.

“Simulare”, con “Infinito Presente” e “Umami”, è la prima di tre storie che scivolano una nell’altra; tre personaggi che, dalle concatenazioni realizzate nella circolarità dei loro atti, provano per successive approssimazioni a riappropriarsi del libero arbitrio e a riconoscere e superare colpe e limiti autoimposti.

La trama. È l’estate del 2012 quando il cammino di Iris, giovane laureata e simulatrice per la sopravvivenza, incrocia quello di Aldo, un padre di famiglia senza lavoro, affetto da una malattia invalidante. La loro conoscenza modificherà il corso delle vite di entrambi.

Nella prima stesura sul blog, Iris era soltanto la ragazza del parco, sebbene conoscessi a menadito ogni sfumatura delle sue indecisioni e dei suoi colpi di testa. Le ho dato un nome quando sono riuscita a riconoscere in lei una forza tipicamente femminile, in grado di sradicare e la consuetudine, diffusa tra le donne, di mortificare la propria essenza e la rinuncia a formulare perfino desideri autonomi.

[continua]

*) Il titolo del racconto è stato arbitrariamente tratto da una tesi di laurea in  Scienze Satistiche trovata sul web, dal titolo “Simulazione aziendale: il metodo Montecarlo applicato al bilancio”, del dott. Damiano De Luca A.A. 2007 – 2008