Il post originale è apparso su Cartaresistente il 6 novembre 2014
L’urlo sghembo di un telefono ha del terrificante, squillava già da tanto ma nel sogno era il drago che soffriva, trafitto da San Giorgio, che ero io. Ho fatto “Pronto?” E un crollo di fatti è andato ad annodarsi al rombo del troppo vino non metabolizzato. Ah, sì, la festa. Quasi ritorno a quando… ma intanto all’altro capo il Capo grida: “Sveglia! C’è un fulmine caduto da documentare.” Io da cronista “Certo.” Gli ho replicato “Sicuro che non mancherò”. Raddrizzo il corpo e parte diretto un colpo alla mia tempia. Che sia un lembo del lenzuolo ricaduto, o ancora l’eco del tuono, non fa differenza. È in questo punto esatto che risorge l’urlo del drago ancora intrappolato tra le orecchie. E lo sostiene quello del telefono, e le parole vuote udite, a forma di saetta zigzagante. Il tutto si fa troppo, non posso che scappare. Il taxi ha un prezzo altissimo, la sua tariffa è espressa in stridore di gomme sull’asfalto. Gli faccio “Presto!”, vedo che il fuoco lambisce la carrozzeria. Sono un San Giorgio in fuga, le frecce mi sibilano intorno. Rivedo per un attimo il sorriso della festa, il calice porto e subito esaurito. La botta forte di un tempo molto breve. Infinitesimo. Da farsi punto. Spillo. Ago. In vena. Pulsante. Spuma dell’onda anomala che mi sciacqua il cervello e illumina: il tuono si allontana all’incontrario, più mi avvicino al centro della confusione. È un bianco assurdo a invadere la scena, ne inghiotte i margini, rabbuffa i toni gravi e pialla tutti gli acuti. Scendo dal taxi, che si smaterializza, e un suolo d’ovatta comprime i passi incerti. Attorno non c’è nulla, perfino il drago ne è stato inghiottito. Mi fermo immobile a implodere nel tempo.
“7 Sensi” di Cartaresistente: testi di Francesca Perinelli – illustrazioni di Davide Lorenzon CRT2
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