Il post originale è apparso su Cartaresistente il 9 agosto 2013
Quando vedo un errore di stampa, penso sempre che sia stato inventato qualcosa di nuovo.
Johann Wolfgang Goethe, Massime e riflessioni, 1833 (postumo)
Glielo disse quel tale scrittore: “Se vuoi pubblicare, scegli bene con chi. Sai che l’opera prima non sempre perdona, ed il pubblico cerca un autore avvincente, uno che ci sa fare, che fa presa da subito, uno che si sa giocare le sue tante carte sul panno del Gran Casinò, non in mezzo alla gente al mercato, come certi autorucoli coi loro pamphlet da due soldi, che conoscono solo gli amici e che mietono a stento dei grami raccolti”. Questo disse, e lei gli ha dato retta, ha inviato le raccomandate, imbucato in cassetta i volumi già ben rilegati. Ha fiducia in quel bravo scrittore da milioni di copie vendute, dalla vita brillante, tutto bella famiglia, ville, macchine, cani, e magnifica amante pronta alla bisogna. Conversare con lui ogni giorno, questo è ciò che vorrebbe, e per questo ricerca l’accesso al suo status (spera tanto al più presto, e lo sogna, e lo sogna). Ma ha bussato, e non hanno risposto. L’ha rifatto, e poi scampanellato, pressoché a ogni porta. Tanto tempo è trascorso, ma per lei non è strano. È la regola, e questo si sa. Tante volte hanno detto: “Cara, la ringraziamo, ma per noi non va”. E comunque lei insiste. Non c’è altro da fare che inseguire la gloria, la giornata o le due in cui comparirà dietro tante vetrine, impilato col nome di un grande editore sulle copertine, il suo libro. Per tornare a rimettersi subito in coda alla fila.
Nel 2008 ho cominciato con il Self pubblishing e non ho più smesso. Niente e-book, stampo su carta con tiratura limitatissima a volte numerata, considerandomi libero da condizionamenti ma imponendomi la definizione dei contenuti, impaginazione professionale, immagini d’autore, editing, copertina, rilegatura, stampa, sovracoperta o confezione che curo una per una. All’interno trovi sempre un Ex-libris che dipingo a mano e incollo a fine volume. I miei libri li ricevono gratuitamente a fine anno (al posto di monotoni biglietti d’auguri) una ristretta cerchia di lettori selezionatissimi che li aspettano. Nessun problema ammettere che provo una certa soddisfazione nel creare il mio Self-pubblishing e nessuna idiosincrasia o retroscena da grande autore incompreso che deve auto-prodursi per essere letto o capito da qualcuno: ero semplicemente stanco di trattare con gli Editori, punto e basta! Tra un’autoproduzione e l’altra scrivo e creo immagini per la Stampa Nazionale che diffonde con prezzo in evidenza, ma non considero la cosa di rilievo, è solo un mestiere. Attualmente però mi sto rendendo conto che questo progetto personale, all’inizio un po’ snob, sta diventando un modus operandi: le Case Editrici accerchiate dal digitale stanno considerando la “stampa su carta” un lavoro di eccellenza. Il problema ora è, cosa ci stampo sopra di altrettanto eccellente?
Francesca Perinelli e Davide Lorenzon – Dicotomie resistenti n. 24
Illustrazione di Fabio Visintin
Tag: Cartaresistente, Casa editrice, Davide Lorenzon, Dicotomie resistenti, Fabio Visintin, Francesca Perinelli, Pubblicazione, reblog d'antan, Self-publishing
10 agosto 2018 alle 16:47 |
Molto interessante, visione molto molto interessante dell’opera come regalo.
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