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Mannaggia al quarto comandamento (o della solitudine del demone fedele)

17 luglio 2012

…Mannaggia. No, non a questo quarto comandamento.

Ma facciamo un passo indietro.

– Così, subito? D’emblée (o damblé, che dir si voglia)?

– Demone, non mi parlare francese. Sono molto sensibile, come Gomez con Morticia, te l’ho già detto.

– Ma siamo due razze geneticamente incompatibili!

– Meglio così per te.

Insomma, questa storia che sei sempre connesso. Non va bene, non va bene. Uno alla fermata dell’autobus apre Youtube e… E alla fine ieri per dormire ho preso un aiutino.

– Questo sarebbe un passo indietro?

– Hai ragione.

– (evvai!)

– È solo mezzo passo. Vado ancora un po’ più indietro.

– Racconta.

– È solo che sento ancora addosso una pesantezza, una sonnolenza…

– E dai, però. Hai iniziato tu. Racconta, forza.

– Non so, all’improvviso ho una sonnolenza che… farei ora ora un riposino.

<Thud>

– Attenta, scema narcolettica, che batti la testa! Ma guarda questa. E io ora resto qui senza sapere, nessuno mi dice niente, nessuno mi coinvolge nelle decisioni. Devo sapere sempre a cose fatte. Cosa ci sto a fare allora qui, io mi domando. Mah.

A dirla tutta io già le so le cose, è solo che mi piacerebbe che me ne parlasse lei. Oh, è chiusa che nemmeno una chiesa in un dì feriale. O una pigna verde che si tiene stretti i suoi pinoli. O un mitile lamellibranco morto prima di finire in padella. Davvero, pare tanto disinibita ma …Ah! Se queste righe potessero parlare. Neanche alle sue amiche le confida certe cose. Non è per niente social.

Che senso di solitudine. Quasi quasi…

– Demone chiama Capo, Demone chiama Capo. Rispondi Capo.

– Finalmente.

– Finalmente Capo, sì.

– Che cosa mi racconti oggi, demone?

– Eh, la questione si complica, come avevi previsto.

– Perché, sta dando segni di cedimento?

– Ha ceduto, altroché se ha già ceduto.

– Lo sapevo.

– Certo, tu sai sempre tutto, Capo.

– Però, nel suo caso… avrei scommesso che avrebbe resistito di più. La mia teoria, d’altronde, non fallisce mai.

– Capo, io non ho capito, ma se la tua teoria non fallisce mai, che bisogno c’è di provarla di nuovo ogni volta?

– C’è che ci prendo gusto a verificare. E poi, sfatiamolo questo mito che al mondo tutto sia nero o bianco. Che le donne siano solo sante o puttane. Eccetera.

– Capo, sono confuso.

– Ci credo, sei solo un demone piccolo piccolo.

– Ma crescerò…?

– Non credo.

– Ah. Va bene.

– Aggiornami, dunque, come sta andando?

– Caduta. Perduta.

– Ha seguito le istruzioni fino in fondo?

– Le manca tanto così.

– Benone.

– Capo. Però lei mi sta a cuore, capisci? Come finirà?

– Non me ne frega niente.

– Ma, come?

– Hai le lacrime agli occhi, non l’avrei mai detto, demone.

– Neanch’io. Sei un mostro senza cuore.

– ’Uscia via, stolido zingarello! Chi sei tu per parlarmi in questo modo? Adesso io ti…

– …Yaaaawn.

– Ti sei svegliata.

– Sei ancora qui?

– Sì. Fatti bei sogni?

– Demone, mi sembri alquanto strano oggi.

– Cara, vieni con me. Devo farti un discorsetto.

Casino Royale – Cose Difficili