Dubbio vs Dogma: la leva dei grandi numeri

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Le strade dell’età moderna sono diventate di esclusivo appannaggio delle automobili. Eppure, oggi che c’è lo sciopero dei mezzi, all’ultimo semaforo prima di arrivare al lavoro ho contato una ventina di auto, due autobus, cinque o sei motorini e, oltre la mia, altre tre biciclette che si sono guadagnate il pieno diritto ad occupare metà della carreggiata anziché strisciare contro le macchine in sosta sperando che non venga aperto lo sportello proprio mentre le si affianca in corsa. Per la contentezza ho attraversato la strada sollevata dal sellino con la coda alta, come un gatto che viene accarezzato sulla schiena.

– Basta, ce li hai fatti a peperino co’ ’sta bicicletta!

– Stavolta è l’ultima, giuro. Ma adesso fatti in là.

Ne parlavo ieri con una signora (una delle tante persone che quotidianamente mi fermano per capire la fattibilità dell’acquisto di una pieghevole come la mia) che lamentava l’assenza di piste ciclabili. Io le ho ribattuto, convinta, che se ci raggiungeva anche lei, prima o poi avremmo realizzato una massa critica tale da obbligare l’amministrazione municipale a prendere le opportune misure per regolare il nuovo modello di traffico. I grandi numeri hanno (anche) questo potere.

Grandi numeri ne fanno pure le comunità dei bloggers (però mi sto accorgendo che sono tribù un tantino chiuse, eh). Da che li conoscevo solo superficialmente, mi sono messa a frequentarli, i blog. Ci sarebbe da perderci le giornate, per fortuna vengo richiamata al mondo reale in ogni momento e quindi riesco a ancora a non perdermi nella rete. Ma ce ne sarebbe.

A volte mi scappano ricerche random (come quella volta del “vento tra i capelli”) e oggi mi è capitato di imbattermi, digitando “genio e sregolatezza” nella piccola polemica suscitata dalle affermazioni fatte poco più di un anno fa da Mirko Tondi, autore per il blog “Sul Romanzo”, che si è lasciato sfuggire “non si può che condividere un’affermazione del genere”, dopo l’esordio “Non esiste grande genio senza una dose di follia. No, non l’ho detto io. È una frase di Aristotele […]”. Polemica evitabile (detto in amicizia, Mirko): sarebbe bastata una veloce ricerca in rete, e avrebbe trovato  fondamenti scientifici alla propria intuizione empirica. La conferma che gli serviva stava negli esiti di una ricerca condotta dalla Semmelweis University (che non è inventata, si tratta di un’emerita istituzione ungherese), pubblicata su Psychological Science  riportata un anno e mezzo prima da Salute 24 (“c`è un legame genetico tra psicosi e creatività”).

Oggi si può almeno tentare di verificare la correttezza di ciò che affermiamo (scripta manent e la cosa mi mette i brividi). Bertrand Russel invece, poverino (per quanto la vita l’abbia tirata il più possibile per le lunghe, è morto a 98 anni), non aveva accesso ad Internet, ma se anche l’avesse avuto non ne avrebbe tratto vantaggio: il problema non era ancora stato studiato sotto l’aspetto genetico. Allora si ingegnava (per così dire) con la speculazione filosofica quando diceva “In ogni schema ordinato tendente a comporre il modello della vita umana è necessario introdurre una certa dose di anarchia” (più o meno un altra definizione di genio e sregolatezza).

Luca Massaro, un ragazzo colto, sensibile e a mio parere spesso geniale (ma anche piuttosto sregolato: segue il modello Un tal Lucas*, creato da Julio Cortàzar, da cui il –pure geniale- titolo del blog che gioca con l’alter ego dell’autore), a sua volta elegge Russel a suo modello nel post pubblicato poche ore fa. Ne cita la convinta propaganda dell’atteggiamento agnostico in contrapposizione con quello fideistico che accomuna gli esseri umani quando si accorpano sotto il generoso ombrello dei grandi numeri (“destinati all’adorazione”). Con questo post Luca conferma la sua poliedricità (e lo fa da cinque anni, viva la costanza) collezionando nel giro di ventiquattr’ore una (bella) poesia, una twittata sferzante diretta al Cardinal Ravasi, e il giro che ho descritto, fatto in compagnia di un proprio demone (un fetentone molto affine ai miei), in territorio filosofico-sociologico. Dove si pone il problema, per tentare di sanare “i nove decimi dei problemi che affliggono le masse”, di come indurre quest’ultime ad un atteggiamento agnostico.

Non so, io proverei a cambiare tattica. Ti consiglierei, Luca, di provare a incuriosirli uno per uno, mostrandogli i vantaggi dell’agnosticismo con il tuo esempio pratico, fino a raggiungere la massa critica necessaria e poi sfrecciare insieme… come ciclisti gregari in fuga.

– E come?

– Ci vuole un po’ di fantasia, demone, dai.

– Aspetta che mo’ ci penso.

  

  Paolo Conte – Boogie

*) Julio Cortàzar, I Racconti  Ed. Einaudi, 1994

**) Bertrand Russell, Saggi scettici Ed. TEA, 2004

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2 Risposte to “Dubbio vs Dogma: la leva dei grandi numeri”

  1. luca massaro Says:

    Innanzitutto: grazie per il “ragazzo colto”. Intendevi participio passato del verbo cogliere, vero?
    Inoltre: apprezzo molto e condivido il tuo mirabile suggerimento.
    A proposito: hai mica da offrirmi una caramella alascane?

    "Mi piace"

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