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Era un vivacchione, un uomo di mondo, giocava a fare il divo, Augusto. Amava gli spettacoli del circo e, sotto la sua reggenza dell’Impero, si celebrarono giochi ovunque e di continuo, fossero recite, lotte, o anche naumachie. Quel giorno sedeva tenendosi ben stretto il suo saccellus popiccorniorum (Chi va a Roma perde la poltrona – detto cristallizzato parecchio tempo dopo, ma lui lo conosceva già, e il seggio lo inchiodava a terra col suo peso), gustando l’inaugurazione del Teatro Marcello (completare l’opera intrapresa da Cesare fu un suo incaponimento, era nato a settembre, sotto la Vergine, il segno dei cocciuti), quando, a detta di Svetonio, “le connessure della sua sedia currule si allentarono ed egli cadde supino.” Tutti i poppicornia disnocciolaronsi perdirintorno alla sua augusta mole, e in un attimo fu neve anche d’estate. Il setto del bel naso alto e adunco gli fremette e, dall’alto delle sopracciglia unite fin giù alle froge, giurarono di aver visto prorompere un getto d’aria bollente. Non era ira, ma un’ulteriore idea, quella che ribollì nella divina testa, fluendosene fischiante in modo tanto vigoroso. Augusto fu folgorato dal fermo immagine della sua Caput Mundi tutta tinta di bianco nel mese al quale aveva elargito il proprio nome a memoria della sua eccellenza. Pensò: “Credo che al Divo Augusto convenga tosto far nevicar di Agosto sopra la capitale dell’impero… Sai che spettacolo!”
Ma poi accaddero tanti altri fatti ben più importanti e si dimenticò l’idea, lasciando quella poltrona incustodita saecula saeculorum. O almeno per trecentocinquant’anni, finché non se ne impadronì il papato, che edificò la basilica di Santa Maria Maggiore dove si disse che avesse avuto luogo una nevicata agostana. L’evento però accadde all’Esquilino, e attribuito a un gesto della Vergine, divinità novella. Lì, sotto il Campidoglio, d’estate, non nevicò mai affatto. E poi, parliamoci chiaro, la neve a Roma è tanto poetica, ma è una mostruosità. Meglio cercare sollievo in una mostra. Potrebbe far piacere visitare quella che si aprirà in ottobre, presso le Scuderie del Quirinale*, che farà rincontrare Augusto duemila anni dopo la sua morte.
NB: Sì, il mais venne importato dalle Americhe solo dopo Colombo ma, dopotutto, anche quella alla base della fondazione della Basilica di Santa Maria Maggiore non è che una leggenda. La neve visita di rado Roma e, quando accade, sembra sempre un miracolo.
Roma di neve. (La lezione)
Sarà che non ci siamo abituati
al tappetino bianco sulla strada,
agli alberi guarniti
come pandori, il giorno di Natale.
Sarà che non mi si apre più il cancello
– ci vuole mezzo litro di sbloccante -,
e se non mi salvasse il giornalaio
sarei ancora qui, a fare foto
al cortile di panna,
alla chiesa che pare
servita dal fornaio.
Sarà che il mondo è bello
e se non fosse per i senzatetto,
che rischiano la pelle alla stazione,
direi: sono felice.
Come quando uscivamo da bambini
alla guerra delle palle di neve,
inneggiando a quel cielo che pensava
a chi non ha imparato la lezione.
Fabrizio Centofanti
(Figura straordinaria,) Fabrizio Centofanti è sacerdote diocesano a Roma dal 1996, parroco dal 2005 ed è ideatore e animatore de La Poesia e lo Spirito insieme a Franz Krauspenhaar. Laureato in Lettere moderne con una tesi su Italo Calvino, prima della vocazione sacerdotale è stato collaboratore di Mario Petrucciani nella cattedra di Storia della letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università La Sapienza di Roma ed è tra i fondatori della rivista “L’Attenzione”. Numerosi suoi saggi e recensioni sono stati pubblicati su “Letteratura italiana contemporanea”, Rivista quadrimestrale di studi sul Novecento, diretta da Giorgio Petrocchi e Mario Petrucciani e “La Discussione” (Bio tratta dal portale Letteratura Rai).
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Testi di Francesca Perinelli
Fotografia di Luigi Scuderi
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Tag: Attualità, Augusto, Basilica di Santa Maria Maggiore, Blog, Campidoglio, Cartaresistente, Città raccontate, Esquilino, Fabrizio Centofanti, Francesca Perinelli, La poesia e lo spirito, Luigi Scuderi, Mais, Neve, Poesia, Racconti, Roma, Scuderie del Quirinale, Svetonio, Vergine
18 settembre 2013 alle 11:56 |
Che tipo!….
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